Sabato 6 maggio, porte aperte al Tubettificio Favia! La società ha invitato i dipendenti e i loro familiari a riunirsi per un momento conviviale. Un’opportunità per conoscere da vicino la realtà dell’azienda, specie per i giovanissimi, che hanno avuto modo di scoprire in cosa consiste il lavoro dei loro genitori.
L’incontro ha anche permesso di presentare il nuovo corso della vita aziendale. Recentemente il Tubettificio Favia è stato acquisito da Perfektüp, società turca che fa capo al gruppo Bell Holding della famiglia Manzini. E proprio il presidente di Bell Holding, Livio Manzini, è intervenuto all’evento, parlando di valori, coesione e soprattutto di futuro.
“Il Tubettificio Favia è un centro di eccellenza riconosciuto: gode di un’ottima reputazione aziendale, soprattutto nel mondo Farmaceutico – ha dichiarato – Noi siamo qui per portare nuova energia nel segno della continuità.”
Queste due parole, “energia” e “continuità”, sono il pilastro attorno a cui ruota la strategia di Bell Holding.
L’“energia” è innanzitutto quella che vuole pilotare l’azienda nelle impegnative ma promettenti acque dei mercati internazionali, che costituiscono, al contempo, una sfida e un’opportunità. “Vogliamo dare all’azienda una maggiore apertura sul mondo: attualmente la sua base commerciale è consolidata soprattutto a livello nazionale ma possiamo fare di più.
Ci sono tutte le premesse per replicare con successo il modello adottato in Turchia: oggi metà della produzione di Perfektüp è esportata all’estero, persino in Messico e negli Stati Uniti. E non è solo questione di convenienza di prezzo: specie nel packaging farmaceutico, è sempre la qualità a fare la differenza.
Favia può crescere allo stesso modo e diventare il nostro centro di riferimento per il mercato europeo, in particolare per quanto riguarda i Paesi del Nord Europa. Abbiamo la capacità produttiva e personale preparato. Vogliamo vedere l’azienda crescere e questo significa anche far crescere i dipendenti che lavorano con noi da anni e assumere nuovo personale. Perché un’azienda è composta innanzitutto da persone”.
Questo ci porta alla seconda parola chiave: “continuità”, che si esprime innanzitutto nella condivisione dei valori aziendali. Come Favia, Bell Holding è una realtà d’impresa familiare, improntata sui più alti standard di qualità, che porta avanti una visione di imprenditorialità tutta italiana.
“L’Italia possiede un asset strategico fondamentale: la presenza di numerosi italiani e discendenti di italiani che vivono all’estero e che sono diventati indirettamente ambasciatori della sua cultura del lavoro e dell’impresa. La Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia, di cui sono Presidente, è tra le più antiche del mondo: ha ben 135 anni! E la Società Operaia Italiana di Mutuo Soccorso in Turchia è stata fondata dallo stesso Garibaldi. L’italianità diffusa, se possiamo chiamarla così, è un valore da riscoprire che può portare anche opportunità di crescita”.
Un altro valore in comune con Favia, è l’attenzione per la sostenibilità ambientale. In accordo con il Ministero delle Foreste Turco, Bell Holding ha piantato una foresta, la Bell Holding Memorial Forest. Ma non basta: “Abbiamo due piani a medio termine – spiega Manzini – il primo, ad orizzonte 2025, prevede di trasformarci in una corporation a impatto zero: per quella data ci impegniamo a riciclare una quantità di plastica e di alluminio pari a quella prodotta.
Il secondo obiettivo, a orizzonte 2030, è dimezzare la produzione di CO2 del gruppo. Zero emissioni è forse un obiettivo irrealistico per l’industria, ma possiamo e dobbiamo avvicinarci il più possibile”.
Per un’impresa di Packaging, la sostenibilità è anche una strategia di mercato: “Sempre più aziende si aprono al green packaging, persino nel settore Farmaceutico, tendenzialmente conservatore. Il tubetto in alluminio costituisce una soluzione reale, grazie alle qualità del materiale, riciclabile al 100% e all’infinito e con un’indubbia convenienza sia dal punto di vista energetico sia economico”.
Altrettanto non si può dire della plastica, nemmeno di quella monomateriale (protagonista di molti tentativi di greenwashing). Questa nuova sensibilità dei consumatori finali incide sulle scelte dei brand, che sono più inclini a scegliere packaging ecologici rispetto al passato. Le premesse per una buona crescita, quindi, ci sono tutte.
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