Di recente il mondo del packaging è attraversato da una attenzione trasversale alle tematiche di sostenibilità e impatto zero. Attenzione che si traduce in pratiche d’acquisto più consapevoli e nel desiderio, manifestato dai consumatori, di essere protagonisti di un vero cambiamento di mentalità, anche con un gesto semplice come un acquisto.
In risposta a questa tendenza il Tubettificio Favia in collaborazione con CiAl (Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio) lancia la campagna “le 8 regole del packaging consapevole” un’attenta riflessione sulle buone pratiche per ridurre il nostro impatto ambientale relativamente al packaging.
Prima di iniziare occorre però spiegare cosa significa packaging consapevole. Quando un consumatore acquista un prodotto, senza rendersene conto acquista anche il packaging che lo contiene o lo avvolge. Il packaging è il naturale complemento dell’esperienza di prodotto: ne agevola la fruizione, ne facilita il trasporto e la conservazione, ne comunica i valori e, spesso, incide in modo rilevante sul prezzo finale.
Un packaging consapevole deve avere queste caratteristiche ma deve anche avere un’anima sostenibile ed ecologica. Come? Seguendo le 8 regole identificate da Favia. La prima regola è che un packaging per essere definito consapevole deve essere necessario.
Il concetto di necessario in questo caso non può e non deve essere soggettivo. Necessario significa che un prodotto non potrebbe essere venduto senza il packaging. In generale si può definire il packaging necessario quello che contiene direttamente un prodotto, in contrasto con quello che viene definito packaging secondario che contiene il packaging primario.
La ricerca sul packaging necessario, secondo le più recenti indicazioni derivate da consumatori e aziende produttrici, deve rivolgersi sempre più a materiali sostenibili, ecologici, e a processi di realizzazione che riducano l’impatto ambientale.
Pensiamo ai cereali per la colazione: per essere venduti necessitano di una confezione igienica e pratica. Questa confezione in genere è un sacchetto in materiale plastico adatto al contatto con gli alimenti, ma questo sacchetto non viene quasi mai posizionato sullo scaffale così com’è: viene inserito in una cardbox di cartone.
Questo avviene per svariati motivi: la facilità di trasporto e di stoccaggio, la possibilità di usare la superficie liscia e ampia della scatola per dialogare con il pubblico di consumatori. Il logo, il claim, gli ingredienti, le specifiche sull’azienda, consigli di utilizzo, e molto altro.
Ma siamo davvero sicuri che questo sia così necessario?
Vediamo un altro esempio concreto: un dentifricio non potrebbe essere venduto se non in una confezione che ne consenta l’utilizzo. Un tubetto ma anche un barattolo potrebbero andare bene. Certo in entrambi i casi il dentifricio sarebbe contenuto in qualcosa che ne consente la vendita, ma quale dei due contenitori ne facilita davvero l’utilizzo? Ovviamente il tubetto, perché può essere spremuto direttamente sullo spazzolino.
Anche da un barattolino potremmo consumare il dentifricio, ma ci servirebbe uno strumento per prelevarlo e quindi l’azione diventerebbe più macchinosa. Il tubetto semplicemente è necessario, è comodo ed è igienico. Il tubetto deformabile in alluminio si dimostra essere il packaging perfetto per un dentifricio: è necessario altrimenti non potremmo usarlo, in aggiunta è anche sostenibile, poiché completamente riciclabile ed ecologico, come la nostra più recente innovazione ToBeNaturAL.
Con l’implementazione della tecnologia StealthCode®, inoltre, il nostro dentifricio potrà dialogare direttamente con i consumatori, attraverso la app mobile che scansionando un punto qualsiasi del tubetto su cui è stampato il codice invisibile all’occhio umano, rimanderà l’utente a contenuti digitali, come indicazioni d’uso, video how-to, foglietto illustrativo.
Il tutto sempre a portata di cellulare, senza bisogno di conservare (in realtà senza più nemmeno il bisogno di averla in origine) la confezione esterna di cartone in cui sono generalmente venduti i dentifrici. Confezioni al centro di una campagna social contro il packaging secondario, diventata virale nei mesi scorsi grazie all’attivista del blog Alan’s Theory che ha lanciato una petizione su change.org.
In definitiva possiamo dire che il tubetto deformabile in alluminio incarna alla perfezione tutte le caratteristiche del packaging necessario! Continuate a seguirci per scoprire quali sono le altre regole per un packaging consapevole.
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