Continua il nostro viaggio alla scoperta del packaging consapevole, con la regola numero 2. Il packaging per essere consapevole deve essere sostenibile.
Il tema della sostenibilità ambientale è al centro dell’agenda politica internazionale, soprattutto dopo l’esposizione mediatica di Greta Thumberg, la sedicenne svedese che è riuscita nell’intento di muovere studenti e attivisti per la salvezza del pianeta in ogni parte del mondo grazie alle manifestazioni dei #Fridaysforfuture.
Anche il mondo imprenditoriale non può sottrarsi al confronto con queste tematiche, considerate sempre più centrali nelle dinamiche relative all’acquisto e nella valutazione della brand reputation, soprattutto in tempi recenti, in cui attraverso i social network, un singolo post può decretare il successo o l’insuccesso di un prodotto e di un’azienda.
Non sono nuovi casi di marchi anche molto famosi che hanno ingaggiato diverbi social con i propri consumatori relativamente alla sostenibilità del loro packaging in virtù di una etica aziendale definita “green” e amica dell’ambiente ma disillusa nei fatti.
Le domande che più frequentemente i consumatori si pongono di fronte ad un prodotto e al suo packaging sono: il packaging sarà prodotto con materiale riciclabile? È sostenibile? Il suo riciclo avviene con modalità di risparmio energetico o di riduzione degli sprechi? Da dove derivano le materie prime?
La sostenibilità è diventata una delle leve più importanti nella spinta all’acquisto di beni e prodotti, da parte dei consumatori, ed è per questo che le aziende del settore packaging si stanno muovendo verso la ricerca di soluzioni sostenibili, spostando l’asticella dell’innovazione tecnologica sempre un passo in avanti.
Sostenibilità deve essere, infatti, sinonimo di ecologia, materie prime riciclabili, impatto zero anche dal punto di vista dei processi. Un packaging sostenibile, quindi, in primis deve essere realizzato con materie prime riciclabili e possibilmente già riciclate, e comunque seguendo un processo di produzione a basso impatto.
Alluminio: il principe dei materiali sostenibili e riciclabili
Sono molti i materiali oggi considerati riciclabili, come la carta o la plastica, ma la materia che più di tutte può essere riciclata infinite volte senza mai perdere le proprie caratteristiche e consente, inoltre, un grande risparmio energetico è l’alluminio.
Riciclare l’alluminio consente di risparmiare il 95% di energia rispetto alla produzione da materia prima. Ciò significa che un imballaggio di alluminio una volta terminato il suo ciclo di utilizzo, se correttamente disposto al riciclo, rientra nel tessuto produttivo come nuova materia prima, garantendo un risparmio in termini energetici ed economici.
Sostenibilità significa impatto zero, infatti l’alluminio è oggi uno dei materiali più riciclati, con l’Italia ai primi posti nel Mondo per il suo riciclo. Gli imballaggi in alluminio sono igienici, duttili e leggeri e sono quindi perfetti per moltissimi beni, in primis nei settori Pharma e Food.
Sono molti i materiali che possiamo considerare sostenibili, poiché riciclabili e a basso impatto ambientale. La carta ad esempio. Ma fra le caratteristiche del packaging consapevole c’è anche l’essere necessario.
Oggettivamente, il packaging in carta e cartone è spesso un packaging secondario, nella maggior parte dei casi superfluo.
Packaging in alluminio, necessario e sostenibile
L’alluminio, invece, è sempre scelto per la realizzazione di packaging necessario: per esempio, le scatolette di tonno o le lattine delle bibite. Potrebbero essere vendute così come sono, senza necessità di ulteriori packaging esterni.
Proprio come i tubetti deformabili in alluminio, perfetti per farmaci in pomata, cosmetici in crema, tempere per le belle arti, salse dolci o salate, creme e marmellate del settore food. Guardiamo ai tubetti ToBeUnique e ToBeNaturAL, così belli da vedere, sostenibili e in aggiunta funzionali.
Appoggiati sul tappo di chiusura sono perfettamente in grado di sostenersi da soli, appoggiati sullo scaffale di una farmacia, di un supermercato, o magari sulla tavola di un buffet come salse o marmellate monoporzioni.
I tubetti deformabili in alluminio sono un ottimo esempio anche per la regola numero 2 del packaging consapevole: essere sostenibili.
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